Licenziati, Santobono-Pausilipon: LIFEMap individuerà profili genetici e fattori di rischio associati a obesità

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Maria Rosaria Licenziati, Direttore UOSD Malattie Neuroendocrine, Centro Obesità AORN Santobono-Pausilipon

L’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon è uno dei principali poli nazionali di riferimento nell’assistenza, diagnosi e cura in ambito pediatrico. Partecipa al progetto LIFEMap con l’Unità Operativa di Oncoematologia diretta da Giuseppe Menna e con l’Unità Operativa di Malattie Neuroendocrine, Centro Obesità diretta da Rosaria Licenziati. Tali Unità operative rappresentano un’eccellenza all’interno dell’AORN e sono attive nel settore della ricerca clinica e di base. Grazie all’expertise in oncologia pediatrica, malattie neuroendocrine e obesità infantile, il ruolo dell’AORN all’interno del progetto è finalizzato al reclutamento di un’ampia casistica, con raccolta di dati clinici da utilizzare nell’ambito degli studi prospettici per programmi di prevenzione.

Maria Rosaria Licenziati, Direttore UOSD Malattie Neuroendocrine, Centro Obesità – Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’AORN Santobono-Pausilipon, illustra la correlazione tra l’obesità infantile e le patologie endocrine correlate. “L’epidemia di sovrappeso e l’obesità rappresentano ormai uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale. In età infantile, si stima che circa un bambino su tre presenti sovrappeso o obesità, che in molti casi persistono in età adulta. Già in età pediatrica, il sovrappeso e l’obesità si associano frequentemente a complicanze quali:

  • fegato grasso (steatosi epatica), eventualmente associato a rialzo delle transaminasi;
  • insulino-resistenza con possibile evoluzione verso il diabete mellito tipo 2;
  • dislipidemia (alti valori di colesterolo e/o trigliceridi);
  • ipertensione;
  • problemi ortopedici;
  • disturbi psicologici.

Inoltre, l’eccesso ponderale rappresenta un importante fattore di rischio per il diabete mellito di tipo 2, per le malattie cardiovascolari (es cardiopatia ischemica e stroke) e per lo sviluppo di tumori in età adulta. Pertanto, sono necessari interventi urgenti e incisivi al fine di contrastare questa epidemia. A tal fine, l’approccio ideale deve prevedere l’intervento coordinato sui vari fattori che facilitano lo sviluppo dell’obesità infantile, in particolare i determinanti genetici, socioculturali e ambientali che influenzano le abitudini alimentari e lo stile di vita e che possono predisporre il singolo soggetto allo sviluppo di complicanze rispetto ad un altro soggetto. In questa ottica, lo studio LIFEMap, finalizzato a individuare profili genetici e fattori di rischio ambientale associati all’obesità e alle sue complicanze nel bambino, può rappresentare una svolta per la tutela della salute pubblica. Infatti, i risultati dello studio daranno un contributo importante nella medicina di precisione, aiutando i clinici e le istituzioni impegnate nel contrastare l’obesità infantile a sviluppare piani di terapia e prevenzione adattati al profilo di rischio del singolo soggetto” spiega Licenziati.

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