Come partner del progetto LIFEMAP, l’Unità operativa complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedale Università di Padova – Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, partecipa da coordinatore del tavolo clinico, con il compito di sviluppare i criteri dello studio e definire la raccolta dati. In particolare, nel progetto di ricerca l’Università di Padova ha il ruolo di coordinare il reclutamento di campioni prospettici di pazienti seguiti per malattie infiammatorie croniche come il lupus e l’artrite reumatoide.
“Il nostro obiettivo è identificare i fattori genetici che sono coinvolti nel determinare il rischio di tumori e malattie metaboliche nei nostri pazienti colpiti da malattie infiammatorie croniche. È infatti ormai assodato che le patologie reumatiche si associano a un aumento dell’incidenza di infarto, tumori e obesità. Questa ricerca è volta a sviluppare terapie e piani di prevenzione personalizzati, evidenziando l’importanza della medicina predittiva e l’attenzione particolare verso l’obesità infantile e adulta” spiegano i ricercatori.
Alessandro Giollo, Coordinatore del Tavolo Clinico e Principal Investigator per l’Università di Padova, spiega la correlazione tra fattori genetici e l’insorgenza di alcune malattie. “Lo studio del genoma in bambini e adulti ci aiuterà a rivelare come l’interazione tra geni e ambiente influenzi il rischio di sviluppare malattie infiammatorie croniche e le relative complicazioni, come il cancro, l’obesità, le malattie cardiovascolari e il diabete. Identificando varianti genetiche specifiche, potremo comprendere perché certe persone sono più sensibili a fattori ambientali come inquinamento o dieta scorretta. Questa conoscenza ci consentirà di personalizzare le strategie preventive, ad esempio attraverso diete mirate o farmaci specifici, per ridurre il rischio di malattia grave. Inoltre, la diagnosi precoce facilitata dallo studio genetico permetterà interventi più tempestivi, cruciali per prevenire o mitigare le forme gravi di malattia. Infine, comprendere meglio questi meccanismi aprirà la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti, rendendo la medicina più efficace e personalizzata” afferma Giollo.