Nel progetto di ricerca LIFEMap i ricercatori analizzeranno il genoma di 5000 persone per identificare possibili varianti genetiche e profili associati al rischio di sviluppare obesità, malattie infiammatorie e tumori pediatrici. Nicola Improda, dirigente medico U.O.S.D. Malattie Neuro-endocrine e Centro Obesità dell’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli, illustra in che modo sviluppare piani di prevenzione rivolti ai bambini per evitare patologie proprio come l’obesità infantile a partire da fattori genetici e ambientali. “Anche in soggetti predisposti, i fattori ambientali hanno un ruolo preponderante nello sviluppo dell’obesità e, di conseguenza, la prevenzione dell’obesità si concentra lavorando proprio sugli aspetti ambientali. Le cose fondamentali da considerare sono due: la prima è che gli interventi di prevenzione devono essere su più livelli, è necessario intervenire innanzitutto sulla famiglia, educando i genitori ai corretti stili di vita, ad evitare i cibi ultra-processati ad alta densità calorica e all’importanza dell’attività fisica seguendo le indicazioni dell’OMS. Un secondo livello di prevenzione, importantissimo, è sicuramente quello scolastico. Anche a livello scolastico è importante che l’educazione alimentare faccia parte del curriculum formativo dei bambini ed è importante anche che vengano forniti dei pasti nutrizionalmente adeguati e che venga svolta attività fisica anche a scuola. Infine, un terzo livello importantissimo di prevenzione è quello che si attua sulla comunità e che coinvolge sicuramente la medicina territoriale, quindi è fondamentale che venga coinvolto il medico e il pediatra di famiglia perché sono interventi che riguardano tutta la popolazione. La prevenzione deve essere soprattutto precoce, oggi sappiamo che i fattori ambientali che determinano l’obesità cominciano dal concepimento, quindi a partire dalla mamma incinta e poi per nei primi anni di vita dove si possono creare anche delle alterazioni cosiddette epigenetiche che peggiorano ulteriormente il rischio genetico determinando l’obesità” spiega Improda.
A che punto è il lavoro dell’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli in LIFEMap? “Stiamo raccogliendo i dati e soprattutto i campioni dei pazienti affetti da obesità che ci daranno informazioni circa il loro genotipo di rischio e poi ci sarà una correlazione tra il genotipo di rischio e il fenotipo del bambino. Una cosa importante che può emergere da questo studio è identificare i pazienti a rischio con un genotipo di rischio per obesità, in quei soggetti gli interventi di prevenzione devono essere mirati, più stretti e più intensi” conclude.
A cura di Ilenia Inguì