Licenziati, Santobono-Pausilipon, i consigli per affrontare l’obesità infantile: coinvolgere la famiglia, cambiare stile di vita ed evitare junk food

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L’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon parteciperà a LIFEMap con l’unità di oncoematologia e con il Centro Obesità infantile e patologie endocrine correlate. Maria Rosaria Licenziati, Direttore UOSD Malattie Neuroendocrine, Centro Obesità – Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli spiega in che modo sta lavorando l’ospedale partenopeo per individuare la correlazione tra l’obesità infantile e le patologie endocrine correlate. “È un punto fondamentale per il riconoscimento innanzitutto dell’obesità, anche nell’età pediatrica come vera e propria malattia – afferma -. Tra i fattori predittivi c’è la familiarità, quindi la cosa più importante è identificare se nei genitori, nei parenti di primo grado o anche di secondo grado, sono presenti obesità oppure obesità associata ad altri fattori che costituiscono la cosiddetta sindrome metabolica, dunque valori pressori elevati, dislipidemie, oppure condizioni di alterato metabolismo del glucosio. Un secondo fattore molto importante nella predizione delle complicanze, in età pediatrica, è il rapporto circonferenza, vita, altezza che riflette la distribuzione dell’adipe. Nei bambini è facile individuare clinicamente questa condizione perché basta pesare il bambino, prendere con un metro flessibile da sarta la circonferenza della vita passando per l’ombelico. Se questo rapporto tra l’altezza e la vita è patologico, cioè supera il valore di 0,5 o 0,6 nel bambino con eccesso ponderale, è un indicatore di complicanze. E proprio per identificare queste complicanze che effettuiamo esami di primo, secondo e terzo livello, in base all’anamnesi familiare, all’esame clinico e a questi particolari indicatori”.

E sullo studio realizzato fino ad oggi dall’ospedale di Napoli, Licenziati dichiara: “Abbiamo già a disposizione un dataset, una casistica molto ampia sulla quale è stato possibile valutare la prevalenza di determinate complicanze. Quella più allarmante è che, addirittura, fino al 30% di bambini affetti da obesità presentano almeno un fenotipo di prediabete, quindi una condizione di disglicemia tra il normale metabolismo glicidico e il diabete vero e proprio. È sicuramente una complicanza che ci preoccupa molto. Circa il 10% di bambini analizzati presenta valori pressori elevati e intorno al 30% è affetto da dislipidemie, dunque l’aumento dei trigliceridi, del colesterolo totale e in particolar modo la riduzione del colesterolo buono. Sono delle complicanze metaboliche importanti, già presenti in età pediatrica, correlate con la familiarità e con l’epoca di insorgenza. Se il bambino rimane obeso, ha maggiori possibilità di sviluppare la malattia e, in particolare, ci aspettiamo con LIFEMap di identificare quelli che possono essere i genotipi sottostanti allo sviluppo delle complicanze” continua Licenziati.

Quali consigli darebbe a un genitore che ha un figlio che soffre di obesità infantile? “Abbiamo detto che, nella gran parte dei casi, è familiare, dunque per prima cosa deve coinvolgere tutto il nucleo familiare. La seconda cosa è che bisogna andare incontro a un cambiamento dello stile di vita, ma soprattutto bisogna modificare i pensieri intorno all’alimentazione, intorno al cibo. Tante volte anche quelli che i pregiudizi che esistono nelle famiglie possono rappresentare un ostacolo alla buona riuscita dell’educazione terapeutica alimentare e motoria che facciamo con i ragazzi. Forniamo, nella pratica clinica, sempre dei consigli che chiamano i consigli semplici, ma non perché siano semplici, ma semplicemente perché sono quelli di primo step, sono quelli che soprattutto ci portano ad eliminare le bevande zuccherate, ma anche tutti quei prodotti cosiddetti junk food, di cui oggi è possibile approvvigionarsi in maniera molto facile e molto economica perché sono alla portata di tutti, ma soprattutto perché attraverso il massiccio marketing che viene fatto con le pubblicità, i bambini sono propensi poi a volere utilizzare” conclude il Direttore dell’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli.

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